Servola
Un altro mondo a parte, un microcosmo auto- nomo di cui i servolani sono fierissimi. Il quartiere ha tutto: negozi, locali, pescherie, salumerie e panetterie. Queste ultime sono l’orgoglio della città dato che Servola ha una tradizione di panificazione di lunga data. Avete mai sentito parlare delle “bighe”? Sono dei panini sferici con delle “punte”, realizzate dalle pancogole (donne del pane) che, però, ne han- no interrotto la produzione da quando, nel 1954, le nuove norme igieniche proibirono la panificazione casalinga.
Piccolo appello: se una pancogola fosse all’ascolto, siamo a completa disposizione per apprendere i segreti della panificazione servolana, mantenendo – ovviamente – il dovuto riserbo!
Da un punto di vista immobiliare è esteticamente molto gradevole, pieno di casette accostate e singole ma anche di palazzine basse con poche unità abitative. Le vie sono piccole e strette e sempre circonda- te da vegetazione. Servola è sempre stata un punto di incontro di adolescenti che andavano a mangiare da “Spaghetti house” (meglio conosciuta come Spaghetoteca de Servola), una vera e propria istituzione triestina.
Purtroppo è stato penalizzato dalla presenza della Ferriera, complesso industriale specializzato nella produzione di ghisa costruito nel 1896 e destinato a rifornire gli altri impianti dell’Impero Austro Ungarico. Anche se, quando soffiava la Bora, le polveri sottili andavano da tutt’altra parte, lasciando intatte molte abitazioni del quartiere che, però, non venivano risparmiate dagli odori provenienti dagli altiforni che si avvertivano appena varcata la sopra elevata.
Dopo petizioni, raccolte firme, programmi TV, inchieste, la Ferriera è stata chiusa per sempre il 9 aprile 2020. Un quartiere immerso nel verde, che gode di un bellissimo panorama in alcuni punti, è candidato ora a diventare la Park Avenue di Trieste, altro che Central Park!
Chi si è trovato a svendere un appartamento a Servola, oggi sta iniziando a mangiarsi le mani, dato che il rione avrà quotazioni nettamente più alte rispetto al periodo pre Ferriera. Servola è conosciuta anche per il Carnevale, dove già dall’800 sfilavano i carri ma – soprattutto – perché era l’occasione per mangiare e bere bene: krapfen, saltimpanza, ostriche e granceole innaffiati da botti di vino bianco. Quando si dice che Trieste ha un’anima godereccia, non si può prescindere da ciò che succede a Servola.
Il culmine della festività si raggiunge il giorno del funerale del Carnevale che coincide con il mercoledì delle ceneri e consiste nell’assistere alla sfilata del carro con il morto che fa tappa in ogni osteria, dove si commemorano i poveri superstiti rimasti orfani del “padre carnevale”.
Verso sera i festeggiamenti finiscono dando fuoco al fantoccio e ballando intorno alle braci (ovviamente chi non è collassato dall’alcol!).
È ed è sempre stato un quartiere festaiolo, allegro. Oggi ancora di più con la chiusura della Ferriera che, pur non facendole perdere il suo smalto, l’ha sempre relegata a quartiere di serie B. Ora Servola è destinata a giocare in Champions League!
Se saria le Americhe, fussi Rio de Janeiro.
Descrizione tratta dal libro:
“Casa Mia, Casa Mia: come tirar ‘vanti nela giungla del cemento triestin”
edizioni Bora.La